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15 Oct 2011

Lo smog ci rende più stupidi “Danni a memoria e concentrazione”

Pubblicato da Loris il 19:11 in Documentazione

Gli ultimi a confermare la teoria sono stati gli studiosi dell’Harvard School of Public Health di Boston, nel Massachusetts, che hanno rilevato come vivere in aree con alti livelli di inquinamento da traffico riduca le prestazioni nei test cognitivi

Non sarà, come più volte la scienza ha ricordato, direttamente cancerogeno, ma certo non fa bene alla salute. Lo smog, che secondo le ultime stime dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) uccide in media 2 milioni di persone l’anno a causa dell’inalazione di particelle sottili (che entrano nel sangue e nei polmoni provocando cardiopatie, asma e infezioni delle vie respiratorie), è senz’altro un nemico.

Gli scienziati di tutto il mondo sono concordi sul fatto che l’inquinamento faccia male non solo alle vie respiratorie ma anche al cervello, perché inibisce la capacità di concentrazione e ci rende, in parole povere, più “stupidi”.

Gli ultimi a confermare la teoria sono stati gli studiosi dell’Harvard School of Public Health di Boston, nel Massachusetts, che hanno rilevato come vivere in aree con alti livelli di inquinamento da traffico riduca le prestazioni nei test cognitivi. I ricercatori hanno verificato, analizzando 680 uomini tra i 51 e i 97 anni, che chi aveva trascorso la maggior parte della vita in aree inquinate raggiungeva punteggi cognitivi inferiori rispetto a chi aveva passato gli anni migliori respirando aria più pulita. I test hanno tenuto conto dello status sociale ed educativo di ogni volontario, permettendo quindi di rilevare il livello delle prestazioni in maniera oggettiva. Secondo la dottoressa Melinda Power, “l’esposizione a lungo termine all’inquinamento atmosferico accelera l’invecchiamento cerebrale e influisce sul modo in cui il cervello funziona, e il
traffico e il gas di scarico dei motori diesel giocano un ruolo chiave in tutto questo”. Lo studio ha preso in considerazione solo volontari di sesso maschile, ma secondo gli scienziati gli effetti sono identici anche per il cervello delle donne.

Le stesse conclusioni sono state raggiunte con una seconda ricerca, condotta però su topi, dagli scienziati della Ohio State University di Columbus, che hanno notato come le polveri sottili nell’aria, tipicamente emesse dai motori diesel (PM2.5), possano provocare problemi di apprendimento e di memoria e ridurre la crescita dei neuroni. “Altri studi in passato hanno messo in luce gli effetti dannosi dello smog su cuore e polmoni - ha spiegato Laura Fonken su Molecular Psychiatry  -  ma questo è il primo lavoro scientifico a mostrare un impatto negativo sul cervello”.

L’inquinamento colpirebbe in particolare l’ippocampo e le ramificazioni dei dentriti che trasportano il segnale nervoso, provocandone un accorciamento e una riduzione della densità. Concretamente, tutto ciò provoca vari tipi di conseguenze, dall’ansia alla depressione a ritardi nell’apprendimento fino a problemi di memoria. E non solo. Una ricerca dell’Health Canada di Ottawa pubblicata sull’American Journal of Epidemiology ha anche dimostrato che lo smog favorisce le emicranie, quindi se vivete vicino a una strada ipertrafficata e soffrite di mal di testa ricorrenti cominciate a pensare che la causa potrebbe non essere il lavoro ma i tubi di scappamento che vi circondano.

“Si tratta di conclusioni perfettamente condivisibili - spiega Enrico Cherubini, coordinatore del settore di Neurobiologia della Sissa di Trieste, la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati, e presidente della Società italiana di neuroscienze - dato che l’inquinamento e le polveri sottili alterano i flussi circolatori, la barriera emato-encefalica e l’arrivo di sangue al cervello. Le particelle raggiungono il cervello attraverso il nervo olfattivo e provocano conseguenze serie sui processi di apprendimento e memoria. Cherubini ricorda, confermando le conclusioni dei colleghi americani, che lo smog provoca reazioni infiammatorie e formazione di radicali liberi (perché altera le proprietà ossido-riduttive del cervello) e che quindi fa invecchiare i nostri neuroni più velocemente del normale. “I più colpiti - conclude - sono i bambini e gli anziani come pure i fumatori o i soggetti obesi. I giovani hanno sempre la possibilità di spostarsi, fare sport in ambienti non inquinati. La cosa migliore infatti è cercare di non passare tutto il giorno in posti inquinati. Ritagliarsi una fuga verso l’aria pulita ogni giorno”.

Nella sola Gran Bretagna si stima che in più di 20 città le emissioni da traffico urbano siano pari al doppio dei livelli indicati dall’Organizzazione mondiale della sanità, e in Italia la situazione non è migliore, dato che i nostri capoluoghi di provincia sono per gran parte dell’anno esposti a livelli superiori rispetto a quelli indicati. Secondo l’organizzazione, più di un milione di morti all’anno da smog potrebbero essere evitate se i valori delle linee guida (20 microgrammi di polveri sottili per metro cubo, ma in alcune città la concentrazione può raggiungere i 300) fossero rispettati. Ma poche città al mondo hanno livelli conformi e il numero di morti da inquinamento atmosferico in città è quindi dappertutto in aumento.

di SARA FICOCELLI
Fonte articolo: http://www.repubblica.it/salute/2011/10/14/news/neuroscienze_smog-23177723/?ref=HRERO-1

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